2016

Quando ho conosciuto Nahla nel 2016, è accaduto qualcosa che non riesco a spiegare fino in fondo, ma che sento ancora chiaramente.
Era come se una parte di me, rimasta in silenzio per anni, avesse finalmente trovato la sua voce.
Ricordo perfettamente quella sensazione, l’entusiasmo e la forza che quell’incontro ha acceso dentro di me.
È stato un momento decisivo, capace di cambiare per sempre il corso della mia vita.

Non potevo più voltarmi dall’altra parte.
Quelle piccole vite che avevo abbracciato per la prima volta avevano lasciato un’impronta profonda e inconfondibile.
Sentivo la responsabilità — umana, affettiva, morale — di fare qualcosa per loro.
Non avevo idea di cosa, né di come, ma sapevo con certezza che dovevo.
Sapevo solo che volevo occuparmi di loro.

Erano bambini senza nessuno.
E io, che da sempre provo un amore viscerale e sincero per i figli degli altri, sentivo che da quell’incontro poteva nascere qualcosa di buono.
Qualcosa di vero. Di speciale. Di unico.

Continuavo a domandarmi:

Come cresceranno queste bambine senza qualcuno che insegni loro a difendersi? A vivere? A riconoscere e gestire le emozioni che ogni giorno si affacciano nei loro cuori?

La prima cosa che ho pensato è stata chiara e forte:

Devo tornare. Devo fare in modo che queste bambine non si sentano costrette a sposarsi per sopravvivere.

Non fraintendetemi: non sono contraria al matrimonio. Tutt’altro. Ma è profondamente diverso scegliere di sposarsi per amore piuttosto che per necessità.
LIBERA ESPRESSIONE nasce proprio da questo bisogno: creare uno spazio in cui le bambine e i bambini possano crescere liberi, protetti, ascoltati.
Un luogo dove possano esprimersi senza paura, senza giudizio.
Un posto dove imparare che il loro valore non dipende da quello che hanno, ma da quello che sono.

LIBERA ESPRESSIONE è nata per trasformare l’abbandono in possibilità, il silenzio in voce, la paura in libertà.

La capacità di scegliere rende liberi

Lucia Di Miceli